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Qual è l’invenzione tecnologica che trasformerà il nostro mondo e la nostra vita quotidiana? Una buona risposta potrebbe essere: l’Intelligenza Artificiale, che sta irrompendo in molti ambiti, dalla pulizia delle case ai giochi da tavolo fino alla guerra.

Tutti abbiamo presente qualche esempio di questa nuova tecnologia: Alexa e i robot aspirapolvere sono gli esempi più vicini. 

Ci si potrebbe domandare a questo punto cosa sia  in effetti l’Intelligenza Artificiale, anche perché non è sempre chiaro.

Si intendono per Intelligenze Artificiali (AI) tutte quelle macchine in grado di svolgere funzioni tipiche dell’essere umano, come il ragionamento e la creatività, in autonomia, captando con i sensori (es. videocamere, microfoni) degli input, trasformandoli in dati e arrivando alla soluzione del problema restituendo degli output. 

Se si prende in esame come Intelligenza Artificiale Alexa, si possono ripercorrere i vari processi atti  a risultati o output. Quando si chiede ad Alexa “A cosa serve il test di Turing”, la macchina capta le parole attraverso un microfono, elabora i dati compiendo ricerche su internet, cercando tra le opzioni quella che combacia maggiormente con la richiesta e restituisce una risposta, trasmettendo allo schermo e alle casse. 

Sebbene Alexa sia un dispositivo semplice rispetto ad altre macchine, è un vero prodigio di tecnica, in grado di simulare azioni e comportamenti propri di un essere umano. Proprio per questo motivo intorno alla metà del Novecento un matematico e logico britannico, Alan Turing, elaborò un test che permise di determinare se una macchina, dotata di Intelligenza Artificiale, fosse in grado di “simulare” il comportamento umano. 

Infatti in quel periodo sono state inventate le prime macchine in grado di svolgere funzioni tipiche degli esseri umani, come interagire con l’utente o addirittura tenere sedute psicologiche. Il test di Turing ha quindi il compito di determinare se l’uomo che interagisce con la macchina crede di parlare con un altro essere umano o capire che il suo interlocutore è un’AI. Se l’uomo crede di parlare con un essere umano allora l’intelligenza Artificiale supera il test di Turing e viene ritenuta un dispositivo intelligente.

Tornando ai nostri giorni, un settore in cui si sta specializzando lo studio delle Intelligenze Artificiali è quello delle reti neurali. Esso si occupa di sviluppare tecnologie in grado di elaborare dati in modo innovativo: una volta ricevuti gli input, l’Intelligenza Artificiale elabora nei cosiddetti livelli nascosti molteplici soluzioni per poi scartare , quelle meno inerenti alla richiesta, concludendo il processo con la formulazione della soluzione ottimale. 

Queste tecnologie permettono di svolgere delle ricerche su Internet in modo sempre più efficace. Infatti se si cerca “Mondiali vinti dall’Italia” il motore di ricerca non sequenzierà i risultati che contengono le singole parole “Mondiali”, “vinti” o “Italia”, ma quelli che interpolano tutte quante le parole della frase in modo di fornire come output siti che soddisfano la richiesta fatta. Proprio per questo motivo sembra che a volte Google legga nella mente dei suoi utenti: diciamo grazie alle reti neurali.

Come fa Google Maps o qualsiasi altra applicazione di navigazione a calcolare in pochi secondi il percorso più conveniente e più breve? Per mezzo dell’Intelligenza Artificiale. Infatti utilizzando sempre le reti neurali, Google maps calcola tutti i tragitti possibili( a piedi, in bici, con i bus, i tram o i treni e in macchina) e stila la classifica dei tragitti più efficienti. Ecco perché questo tipo di applicazioni sono ormai insostituibili per viaggiare.

In ultima analisi, Le AI sono anche in grado di “imparare” attraverso un meccanismo noto come machine learning. Come riescono le macchine a svolgere un’attività tipica dell’essere umano come l’apprendimento? Di solito le Intelligenze Artificiali sono programmate con algoritmi e una serie di dati già presenti in esse. 

Quelle che sono dotate di machine learning, invece, posseggono solamente algoritmi che  permettono di elaborare costantemente gli input che riceve e sviluppare soluzioni sempre più precise ed efficaci. Un esempio di questa tecnologia è Alpha Go, un software in grado di giocare al gioco cinese Go. Però a differenza di un semplice programma che sa seguire le regole del gioco, Alpha Go riesce a imparare lo stile di gioco dell’affermazione, diventando imbattibile. Infatti questo software ha battuto varie volte campioni mondiali di Go. 

Concludendo, a differenza delle previsioni catastrofiche proposte da Hollywood sull’Intelligenza Artificiale, si può sperare in un futuro in cui queste tecnologie permetteranno all’essere umano di svolgere molte funzioni e lavori in modo più efficiente e veloce.  Siamone contenti – o rassegnamoci –. È un processo che già è iniziato e a cui è inutile opporsi, ma è meglio abituarsi e sfruttare in tutta la sua opportunità.

Per approfondire:

Quintarelli, Stefano, Intelligenza Artificiale, Cos’è davvero, come funziona, che effetti avrà, Bollati Boringhieri, 2020

 

Aleksei Klimov