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L’intrattenimento trash nel XXI secolo ha acquisito un valore molto importante, specialmente negli ultimi anni. Scopriamone il perchè.

Origine del nome

Storicamente,  il termine “trash’’- letteralmente: spazzatura – fu impiegato come appellativo per classificare determinate opere d’arte pop degli anni sessanta/settanta del Novecento, così definite in quanto create con diversi elementi di basso costo o  cattivo gusto ( pensate alle stupende opere di Marcel Duschamp ad esempio) o alla stupenda Venere degli stracci di Pistoletto (qui in foto)

Nel nuovo secolo, da una dimensione prettamente artistica, questo termine è slittato – ed è tuttora in uso – in ambiti artistici come cinema, televisione, arte; entrato nel gergo popolare, viene ora utilizzato per indicare prodotti culturali considerati di scarsa qualità, volgari e fuori moda.

Nonostante le sue molteplici negative connotazioni, il fenomeno dei ‘prodotti spazzatura’ è sempre in più ampia diffusione, quasi come se fosse una calamita, poiché il trash ha una carta vincente: favorisce un intrattenimento leggero e immediato, rispetto a consumi culturali più impegnativi, che  richiedono una comprensione più profonda. 

Leggero sì (e non c’è niente di male), ma anche greve.

 

Il pericoloso travaso

 

Il problema giunge quando il trash, naturalmente e originariamente confinato in una dimensione artistica, travasa nel mondo reale, sotto forma di forme comunicative di massa. 

Gli esempi sono molteplici. Di ‘prodotti spazzatura’ usati per fini propagandistici ve ne sono tanti, forse troppi. Infatti, la ‘comunicazione monnezza’ è sempre più diffusa, soprattutto grazie ai social media, attraverso i quali questo tipo di trasmissione ha avuto un grande riscontro e diffusione. 

Tik Tok è la piattaforma prediletta, in cui politici e sportivi comunicano ‘il trash’ attraverso meme, black humor e sketch divertenti. Canali come trash italiano, pastorizia never dies e tanti altri hanno larghissimo successo (milioni di follower) e grande notorietà. 

Risulta evidente quindi che questo modo di comunicare abbia molti vantaggi, dato che permette di ampliare il pubblico a cui si rivolge; ma vi è anche un lato oscuro. 

 

La comunicazione trash è una cosa positiva o negativa?

La risposta è: dipende. Se ci si vuole basare solo ed esclusivamente sui risultati, questa è molto positiva e utile, perché porta un bacino di utenza più ampio; tuttavia, intendendola in chiave critica, è negativa, poiché causa una sorta di imbruttimento nella società e può veicolare informazioni sbagliate.

Per esempio, se prendiamo il programma radiofonico più seguito d’Italia, ovvero ‘’La Zanzara’’, possiamo vedere come riesca ad intrattenere in modo molto semplice portando personaggi molto controversi come neonazisti, scambisti e personalità più disparate.

Però questo modo di intrattenere può essere  un problema, dato che questi, se non contestualizzati, appaiono come personaggi di una sorta di ‘’circo’’ e mal interpretati potrebbero veicolare un messaggio negativo.

Il caso più eclatante fu quello di Mauro da Mantova, ascoltatore negazionista del Covid 19, che, contratto il virus, andò in giro a infettare i malcapitati clienti di un ipermercato in diretta radio, per poi successivamente morire da lì a poco.

Concludendo, il trash è un fenomeno del quale non dobbiamo stupirci, dal momento che nella società occidentale del XXI secolo si punta ad avere perlopiù contenuti fruibili ed immediati, che non impegnino troppo lo spettatore: l’intrattenimento trash è quindi perfetto. Ma come visto vi è un lato oscuro, anzi pericoloso. 

In fondo, la generazione contemporanea è la società l’usa e getta. Così come la cultura che produce.

 

Lorenzo Giacomelli