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Discriminazione di genere negli esport

Il mondo degli sport tradizionali  presenta una netta divisione fra maschi e femmine, poichè è un dato di fatto che ci sono delle differenze a livello biologico fra maschi e femmine. 

Tuttavia la stessa regola non viene applicata, almeno apparentemente, nel caso degli Esports (Gli esport, o sport elettronici, sono competizioni videoludiche organizzate a livello professionale)

Logica vorrebbe che con un joystick in  mano le prestazioni fisiche giocano un ruolo pressoché irrilevante, e quindi entrambi i generi dovrebbero avere pari opportunità di competere l’uno con l’altro.

il mondo degli esports oggi

Purtroppo questo rimane qualcosa di applicabile solamente a livello teorico. Basta infatti dare uno sguardo alla scena competitiva di qualsiasi gioco per vedere come il genere femminile sia inesistente, e anzi alcune volte addirittura emarginato. 

Ad esempio una delle scene competitive più grandi come il tactical shooter Valorant, la scena Tier 1, ovvero il livello competitivo più alto raggiungibile, è dominata da team composti da soli ragazzi. Nessuna regola vieta a femmine e maschi di competere nello stesso team, eppure sembra che nessuno sia a conoscenza di ciò. 

Per cercare di risolvere questo problema sono stati creati dei tornei appositamente per le ragazze e altri generi emarginati, come i VCT Game Changers, con lo scopo specifico di creare più visibilità e nuove opportunità. 

Tuttavia questo evento  potrebbe essere controproducente,  creando una ancora più grande discrepanza nel mondo degli Esport: se da un lato è stato creato per dare la possibilità di mostrare le proprie capacità, dall’altro può dare l’impressione che le ragazze non abbiano le abilità necessarie per competere nella scena competitiva principale.

Ovviamente c’è la possibilità in questo momento non ci sia semplicemente alcuna ragazza che abbia le stesse competenze e potenziale di un ragazzo, ma non è sempre il caso.

Tempo fa è stato scoperto che alla giocatrice pro di Valorant Melanie Capone è stata negata la possibilità di entrare come giocatrice di prova in un team Tier 1, poiché uno dei giocatori della stessa squadra non si sentiva a suo agio a giocare con una donna.

É importante tenere a mente che questo problema ha radici molto più profonde che vanno oltre il mondo degli Esport. Bisogna infatti guardare con occhio critico il mondo dei videogiochi in generale.

Ancora oggi molti sono convinti dell’idea che questo sia un hobby prevalentemente maschile, ma diversi dati statistici hanno dimostrato il contrario. Negli Stati Uniti la percentuale di giocatori maschi è del 52% e il restante 48% è rappresentato dalle ragazze (i dati). 

Anche in Europa i dati sono molto simili, infatti le donne rappresentano il 47% dei giocatori totali nel Vecchio Continente (dati)

Il vero problema sta nella preferenza dei giochi, infatti diversi studi hanno dimostrato come le giocatrici preferiscono videogiochi single player rispetto ai multiplayer. Oltretutto nelle categorie come MOBA e fps, che presentano le scene competitive più grandi al momento, il numero di giocatori maschi prevale con percentuali schiaccianti che si aggira sul 90%. Oltre ai gusti personali di ciascuna persona, spesso la ragione per la quale le ragazze evitano questo genere di giochi è a causa della community tossica. Nei giochi competitivi dove è possibile comunicare con altre persone sono quotidianamente soggette a insulti sessisti e misogini. Non è quindi sorprendente che emergano più talenti maschili che femminili nel mondo pro play, visto che a molte viene negata la possibilità di giocare in un ambiente sano ed equo già dal principio. 

 

Conclusione

 

La discriminazione di genere continua ad esistere anche per fenomeni piuttosto recenti come quello degli Esport e dei videogiochi in generale. È possibile che negli anni la situazione muti, e che nei secoli a venire nasceranno figure femminili in grado di ribaltare completamente la situazione attuale. Affinché ciò avvenga è prima di tutto indispensabile che la mentalità delle persone cambi, sfatando il mito secondo il quale l’abilità in un videogioco sia determinata dal genere.

 

Alessia Liu

Alessia Liu

Studente V Les

Scrive per il blog da quest’anno. I suoi hobby sono leggere, giocare ai videogiochi e passeggiare per il centro città.

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