Il doping è l’uso di sostanze medicinali, naturali e sintetiche, finalizzato al miglioramento delle prestazioni fisiche specialmente in ambito sportivo. Nel marzo 2024 l’allora numero 2 del mondo del tennis Jannik Sinner, ad oggi numero 1 del ranking ATP, è stato trovato positivo ad un controllo anti doping. Ripercorriamo passo per passo il caso che ha coinvolto il nostro tennista pusterese.
I fatti e le date
10 Marzo 2024. Un test effettuato su Jannik Sinner al torneo californiano “Indian Wells” ha rilevato una positività al clostebol, uno steroide anabolizzante, vietato, che è una sostanza che compare nell’elenco delle sostanze vietate della World Anti-Doping Agency (WADA).
18 Marzo 2024. Un secondo test di urine effettuato su Sinner, lontano dalle competizioni, ha evidenziato nuovamente un metabolita del clostebol.
Per questo tipo di positività un giocatore è solito incorrere in quattro anni di squalifica. E’ successo ad esempio ad un tennista italiano, Stefano Battaglino, che per la stessa identica positività alla sostanza trovata anche nei campioni di Sinner – il clostebol – è stato sospeso per quattro anni. Nel caso del tennista altoatesino, invece, c’è stata solo un’immediata accusa di negligenza da parte della WADA.
La domanda successiva che sorge spontaneamente è la seguente: perché Sinner non è stato immediatamente sospeso?
Il 4-5 aprile e il 17-20 aprile sono effettivamente arrivate le due sospensioni provvisorie a Sinner, ma Jannik ha esercitato il suo diritto di presentare ricorso urgente presso un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions (una società privata che supervisiona i casi di doping).
In entrambi i casi Sinner ha ottenuto la revoca immediata delle due sospensioni e ha potuto continuare a giocare in attesa di chiarire la sua posizione. Così lo abbiamo potuto vedere per mesi sul campo: a Miami, dove ancora non gli era effettivamente arrivata la notizia della sospensione, ai tornei di Monte Carlo, al Roland Garros fino a Wimbledon e al torneo di Cincinnati. Tornei che l’hanno portato a diventare l’attuale n°1 del mondo. Tutto ciò è stato possibile perché il tribunale indipendente che ha giudicato e studiato il caso ha accettato come plausibile e veritiera la spiegazione fornita dall’atleta riguardo al perché il test antidoping sia risultato positivo.
Come ci è entrato il clostebol nel corpo di Sinner?
In data 13 febbraio, Umberto Ferrara, uno degli ex preparatori che facevano parte dello staff di Jannik, ha acquistato presso una farmacia di Bologna uno spray per curare le ferite. Farmaco noto con il nome di “Trofodermin” in Italia non necessita di una ricetta, pur contenendo il clostebol ritenuto sostanza dopante.
Questo flacone di Trofodermin è stato portato a Indian Wells, dove Giacomo Naldi, un altro trainer che faceva parte del team di Sinner, l’ha utilizzata, insieme a Ferrara, ignari del fatto che all’interno potesse contenere il clostebol. Questa sostanza l’ha utilizzata in modo particolare il fisioterapista Naldi, su delle ferite che si era procurato alla mano proprio curando l’atleta italiano.
Nella ricostruzione infatti Naldi afferma di essersi tagliato con il classico tronchesino usato per i calli durante un trattamento al piede di Sinner. Su suggerimento di Ferrara, Naldi si è così curato per più giorni usando questo farmaco.
Dal 5 al 13 marzo, secondo le ricostruzioni, Naldi ha eseguito varie sessioni di massaggi a Sinner naturalmente senza poter indossare i guanti.
Caso totalmente chiuso? Formalmente no
Il 10 settembre 2024 l’agenzia Internazionale antidoping (WADA) annuncia di non voler fare ricorso sul caso Clostebol-Sinner, prosciogliendolo del tutto dalle accuse doping.
Solo diciotto giorni dopo, sabato 28 settembre la WADA torna sui propri passi, decide di fare ricorso per il caso Sinner e chiede la squalifica da 1 a 2 anni. Ad oggi non è stata presa alcuna decisione in merito a questo caso, ma i tempi del giudizio sono purtroppo molto lunghi, nel frattempo L’altoatesino, ha conquistato ancor prima che inizi la sentenza: 1 Slam (US OPEN), 2 Master 1000 (CINCINNATI E SHANGHAI) e 1 ATP FINALS (TORINO).
Speriamo che non venga imposta una battuta di arresto alla travolgente carriera del nostro tennista.
Roberto Familiari, IV LES