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Nel 1989, i fratelli Erik e Lyle Menendez furono accusati dell’omicidio dei loro genitori, José e Mary “Kitty” Menendez, un caso che suscitò scalpore e attirò l’attenzione dei media per anni. La vicenda, che ha conquistato le prime pagine dei giornali e ha portato alla luce un’incredibile storia di violenza, segreti e tragedia.

Il crimine e le indagini iniziali

Il 20 agosto 1989, José e Kitty Menendez erano nella loro casa di Beverly Hills quando Lyle ed Erik arrivarono con dei fucili, José fu colpito sei volte mentre Kitty fu colpita alla guancia. Quando arrivò la polizia, i fratelli dissero loro che gli omicidi erano avvenuti mentre erano al cinema. Nei mesi successivi iniziarono a spendere in modo esagerato i soldi dell’eredità dei genitori, attirando molte attenzioni su di loro. La polizia iniziò a sospettare a causa dell’evidente movente finanziario e delle loro spese. Erik alla fine confessò tutto al suo psicologo Jerome Oziel che però lo **raccontò** alla sua amante, Judalon Smyth **che in un momento di rabbia raccontò** tutto alla polizia. Lyle fu arrestato 8 marzo 1990 ed Erik si consegnò tre giorni dopo. Entrambi erano trattenuti senza cauzione e incarcerati separatamente.

Il processo e gli sviluppi successivi

Durante il processo i due fratelli dichiararono di aver commesso gli omicidi per paura che il padre li uccidesse dopo che avevano subito abusi per anni, tanto che descrissero il padre come un mostro maniaco del controllo. Definirono la madre un alcolista e tossicodipendente, egoista e mentalmente instabile che non si era mai opposta alle violenze del marito sui figli. Come prima persona a testimoniare sugli abusi sessuali fu il cugino Andy Cano, che disse che Erik da bambino gli aveva raccontato degli abusi da parte del padre. Come prova fisica degli abusi l’avvocato difensore Leslie Abramson, mostrò varie fotografie scattate dal padre ai due fratelli quando erano piccoli. L’accusa sostenne che i due fratelli commisero il delitto solo per ereditare i soldi dei genitori. Nel secondo processo la giuria li dichiarò colpevoli, vennero condannati all’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale.

Nel maggio del 2023, il caso fu riaperto perché la loro famiglia chiede che possano tornare alla libertà. Il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, Garzón, ha annunciato che stava rivedendo il caso. Ci sono nuove prove che metterebbero in discussione la condanna. Una lettera scritta da Erik che confermerebbe gli abusi subiti dal padre, anche se all’epoca i procuratori sostenevano che non c’erano prove sugli abusi.

Adesso una nuova udienza è stata programmata per il 29 novembre dove verrà deciso se i due fratelli potranno essere di nuovo liberi.

Beatrice Cappa, III LES