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Chi era Ayrton Senna?

Ayrton Senna Da Silva è stato un pilota automobilistico ricordato per la sua grande carriera in Formula 1, nella quale infatti vinse per ben tre volte il campionato mondiale nella scuderia della Mclaren.

Il brasiliano ha dimostrato le sue grandi capacità alla guida delle monoposto fin da bambino alla guida dei kart e durante il periodo di guida in F1 si è sempre distinto dagli altri piloti per la sua velocità in qualifica, che infatti gli ha permesso di detenere il record di pole position dal 1989 al 2006, per la sua guida impeccabile sul bagnato e per la sua capacità di gestione delle gomme: tutto ciò gli ha valso il soprannome di “Magic”.

La sua carriera prima della F1

La sua passione per le auto inizia fin da quando è molto piccolo, probabilmente grazie al padre meccanico e proprietario di un’officina; inizia a gareggiare all’età di tredici anni con un Parilla 100 cm³ con cui vince all’esordio e con cui, nello stesso anno, conquista il campionato junior. 

Successivamente, nel 1977 vinse il campionato Sudamericano e dal 1978, per quattro anni consecutivi, anche il campionato Brasiliano. Nel 1979 e nel 1980 fu anche protagonista di due campionati a Milano con i colori della Dap, dove sfiorò il titolo per entrambe le volte. 

Nel novembre 1980, grazie alla conoscenza di un altro pilota, Chico Serra, arrivò in Gran Bretagna. Questi gli presentò Ralph Firman, proprietario della scuderia Van Diemen; dopo un test, Senna riuscì a ottenere un ingaggio e decise di trasferirsi definitivamente a Norwich insieme a sua moglie.

Nel 1981 fece l’esordio in Formula Ford 1600 dove partecipò al campionato RAC e al Townsend-Thoresen vincendo entrambi con un totale di 12 vittorie, 3 pole position e 10 giri veloci in 19 gare.

L’anno successivo passò in Formula Ford 2000 dove vinse i campionati Pace British e l’Europeo EFDA, anche in questo caso con un ottimo risultato di 21 vittorie, 15 pole position e 22 giri veloci su 29 gare disputate. Alla fine della stagione partecipò persino all’ultima gara di Formula 3 del campionato britannico conquistando pole position, vittoria e giro veloce. 

Nel 1983 gareggiò nel Campionato di Formula 3 con una Ralt-Toyota del team West Surrey Racing riuscendo a vincerlo con uno score di 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20 gare e alla fine dello stesso anno partecipò alla prestigiosa gara di F3 a Macao, nella quale ebbe la possibilità di confrontarsi con i piloti più forti della categoria, conquistando la pole, vincendo entrambe le manches e non facendosi sfuggire il giro veloce.

Questo è anche l’anno in cui il pilota decide di abbandonare il cognome paterno, Da Silva, molto comune in Brasile, a favore del più insolito cognome della madre di origine napoletana: Senna.

La sua carriera in F1

Il suo percorso in Formula 1 inizia nel 1983 con delle prove libere sia in Williams che in Mclaren nelle quali si distinse per la sua velocità. Inizialmente gli fu anche offerto un posto nella Brabham di Bernie Ecclestone, ma la nomina fu bloccata dalla Parmalat, allora sponsor principale, che voleva come secondo pilota un italiano. L’anno successivo però gli fu offerto un contratto da 100000 sterline dalla Toleman e esordì in Formula 1 per la prima volta al GP del Brasile. In quell’anno conquista tre podi e arriva nono nella classifica piloti.

Poi passò alla Lotus dove trovò come compagno di squadra Elio De Angelis. Entrambi erano prime guide e dunque partivano da una posizione di parità ma Ayrton, per problemi di salute che lo tennero per quasi tutto l’inverno lontano dalle piste, riuscì a eseguire le prime prove solo poco tempo prima dell’inizio del mondiale. Il campionato si sviluppò con alti e bassi concludendosi con un quarto posto di Senna, con cinque punti in più del compagno di squadra.

Dopo un ritiro in Brasile, nel circuito portoghese dell’Estoril, Senna conseguì la sua prima vittoria in Formula 1 con una gara incredibile, ostacolata da forti precipitazioni e dove ancora una volta il pilota dimostrò le sue grandi capacità sul bagnato. Finì il campionato con 6 vittorie e 16 pole position.

Nel 1986, ancora in Lotus, fece un campionato straordinario con una vittoria e un podio nelle prime due gare e un secondo posto in Brasile;  per un certo periodo fu anche in cima alla classifica piloti ma con il proseguimento della stagione venne superato dai piloti Williams e Mclaren.

Finì la sua carriera in Lotus nel 1987, con un campionato di momenti di fortuna e sfortuna:: dopo un un ottimo podio nel Gran Premio di San Marino, durante una gara in Belgio ebbe un contatto con Mansell, causa di una grande lite fra i piloti che arrivarono persino allo scontro fisico. Senna rimase in competizione per il mondiale per gran parte del campionato ma venne poi ampiamente sovrastato dalla potenza della Williams.

Nel 1988 passò in Mclaren dove fece una stagione straordinaria, soprattutto per la grande competizione che ebbe con il compagno di squadra Alain Prost per la vittoria del mondiale,che Senna conquistò in Giappone, ultima gara della stagione.. 

Nel 1989 Senna e Prost furono nuovamente i protagonisti della stagione.. Senna tenne un comportamento poco affidabile che gli fece perdere terreno rispetto all’avversario e solo la vittoria delle ultime tre gare in Spagna, Giappone e Australia gli avrebbe assicurato il titolo.  In Spagna vinse con ben 25 secondi di distacco da Prost; in Giappone la competizione tra i due piloti fu serrata  fino al 46° giro nel quale ebbero un contatto e finirono entrambi fuori pista: Prost, convinto ormai di aver vinto il titolo, scese dalla macchina, mentre Senna si fece aiutare dagli steward di pista e tornò in gara conquistando la vittoria, che poi però gli venne revocata per essersi avvalso di un aiuto non previsto al regolamento di gara. . Il mondiale perciò si concluse con la vittoria di Prost.

Nel 1990 Prost si spostò in Ferrari e come nuovo compagno di squadra di Senna arrivò Berger. Anche quell’anno vide Senna e Prost in competizione per il titolo mondiale fino all’ultima gara in Giappone, nella quale Senna, in pole position,  venne superato da Prost, avvantaggiato dal fatto di essere nel lato pulito della pista. Senna non la prese bene e alla prima curva non frenò, colpendo in pieno Prost a 270 km/h e determinando la conclusione della gara per entrambi. Senna quell’anno fu proclamato campione del mondo e solo l’anno dopo ammise di aver provocato volontariamente l’incidente. 

Nel 1991 Senna vinse l’ultimo mondiale della sua carriera che, anche in questo caso, venne determinato all’ultima gara della stagione, a Suzuka: a Senna bastava arrivare secondo per ottenere la conquista del mondiale, ma gli fu ancora più facile dopo il ritiro del suo unico competitore, Mansell, che finì in ghiaia. La gara si concluse con la cessazione da parte di Senna della posizione al  compagno di squadra permettendogli la vittoria.

Gli ultimi due anni in Mclaren furono piuttosto complicati; infatti nel 1992  la Mclaren non poté nulla contro la Williams,  potentissima con Mansell alla guida. L’anno successivo invece solo un contratto molto generoso trattenne Senna dal lasciare la scuderia. 

Nel 1994 Senna passò in Williams con la monoposto progettata da Adrian Newey, conquistando due pole position nelle prime gare ma collezionando anche due ritiri. La terza gara della stagione si correva a Imola per il Gran Premio di San Marino; il 30 aprile ci fu un incidente nel quale Roland Ratzenberger perse la vita e questo scosse molto Ayrton. Il giorno successivo la gara iniziò con un incidente che richiese l’entrata in pista della Safety Car.Al settimo giro di quella stessa gara, nella curva del Tamburello, Ayrton perse il controllo dell’auto per il cedimento del piantone dello sterzo e si schiantò a più di 300 km/h contro un muro di cemento.. La sua morte non fu causata dallo schianto,ma da un pezzo della sospensione della ruota anteriore destra che si spezzò e gli si conficcò in testa attraverso il casco. Alle 18.40, all’età di 34 anni, Ayrton Senna volò via, lasciando un enorme vuoto in tutti i tifosi di questo sport. 

Cambiamenti in F1 dopo la sua morte

Dopo la morte di Ayrton Senna la FIA si è impegnata nel miglioramento della sicurezza in pista: il primo cambiamento avvenuto nelle monoposto è stato l’innalzamento delle protezioni ai lati della testa dei piloti,  seguito poi anche dall’introduzione dei cavi di ritenzione: infatti se ci si fa caso è molto raro al giorno d’oggi vedere le ruote staccarsi dalle monoposto. Nel 2003 viene introdotto l’HANS, un sistema che evita al collo allungamenti eccessivi in caso di forti decelerazioni. Un’ultima importante miglioria al fine della sicurezza della monoposto è l’introduzione nel 2018 di una barra curva a protezione della testa del pilota, detta Halo. Questa è stata introdotta a seguito del grave incidente che nel 2014 provocò la morte di Jules Bianchi, tragedia che probabilmente non sarebbe avvenuta se ci fosse stato l’Halo.

 Dopo la morte di Magic ci furono importanti cambiamenti anche in pista: la curva di Tamburello, prima lunghissima e veloce, venne sostituita da una lenta chicane accompagnata da una via di fuga più ampia e sicura. Inoltre in pista   c’è maggiore presenza di personale medico e paramedico e  sono molto migliorate anche le tute dei piloti. 

In ricordo di Ayrton

La morte di Senna lasciò a tutti i fan della Formula 1 un grande vuoto e per questo gli vengono tutt’ora dedicati molti eventi. Quest’anno, 2024, c’è stata la celebrazione dei 30 anni dalla sua morte:sulla pista di Imola, la pista dove è morto, è stato celebrato con qualche giro prima della gara compiuto da Sebastian Vettel, ex pilota di F1, quattro  volte campione del mondo, con la McLaren MP4/8 e una copia del cascodi Ayrton.  La Pirelli gli ha dedicato la gomma della monoposto e la scuderia Mclaren, oltre a creare un merch limitato con i colori tipici del Brasile, gli ha riservato un giro di pista nel quale Hamilton ha guidato la Mclaren di Senna MP4/5B del 1990.

Il 23 Novembre scorso, presso l’antica Torre dell’orologio di piazza Umberto 1° a Siculiana, paese di origine della madre di Senna in provincia di Agrigento, c’è stata l’inaugurazione di “A.S.T.R.O. – Ayrton Senna, testimonianze e racconto delle origini”: un museo unico nel suo genere con lo scopo di ricordare le origini del grande pilota. 

Il 29 Novembre è uscita anche una serie Netflix che in sei episodi racconta per la prima volta il viaggio di trionfi, delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelandone la personalità e la vita privata. 

Ayrton Senna sarà sempre ricordato come uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, nonché una delle figure più rappresentative e iconiche della Formula 1 e dell’automobilismo in generale e anche come un grande sognatore da cui prendere ispirazione.

 Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.

Giulia Scotti, III SCI