News dal mondo SAFA

Giorno 1: inizio dell’Apocalisse

Lunedì 10 febbraio inizia il mio esperimento di sopravvivenza: non utilizzare i social per 5 giorni.

Niente ore a guardare storie di instagram, niente scroll infinito di Tik Tok, NIENTE DI NIENTE. Solo io e la disperazione mia.

La giornata è passata abbastanza in fretta e contro tutte le mie aspettative non è stato così traumatico. (forse perché il mio cervello non ha ancora realizzato la gravità della situazione). 

Non ho avuto la tentazione durante La mattinata a scuola, poiché  tra interrogazioni, verifiche e spiegazioni mi sono sentita distratta, ma poi è arrivato lui: il rientro a casa in pullman.

Ho cercato qualcosa da fare, ma il paesaggio è lo stesso da 17 anni e ovviamente oggi (l’unico giorno che poteva servire)  non c’era nessun dramma in pullman: nessun vecchietto impazzito che farneticava perché aveva perso la fermata o qualche signora al telefono che raccontava (urlando) la propria vita. Un viaggio decisamente noioso.

 

Poi è arrivata la sfida massima: (musica drammatica)  IL PRANZO.

Non penso di essere mai stata così veloce a mangiare. Senza la mia buona dose di video tik tok e di reels di Instagram, mi sono ritrovata a fissare la cucina. Chissà se è da sempre che i pensili sono di colore arancione. 

Nel pomeriggio ho incontrato degli amici e, spoiler, sono reali!! 

Niente schermo o sms, solo carne ed ossa; tranquilli, la cosa ha stupito anche me. Ovviamente, amici uniti nella gioia e nel dolore, sono stati costretti a non utilizzare il telefono e ho scoperto che si può stare insieme e parlare vis a vis. 

Prima di cena, invece, ho scoperto un oggetto molto strano. Mia madre mi ha chiesto di impostare un timer per la pizza. 

D’istinto ho urlato “Ehi Siri, imposta il timer di 6 minuti”…. niente, il silenzio più totale. Mi sono ricordata di non avere il telefono e mi sono abbattuta sul divano, affranta per questa perdita. Però è arrivata lei, mia madre, con uno strano strumento,  dell’età della pietra credo: UN TIMER DA CUCINA.

Io pensavo mi avesse portato qualcosa da mangiare, per farmi superare il lutto e invece no. Ha dei numeri sopra e pensandoci potrei attivarlo e fissarlo attentamente finchè non suona, visto che non ho altro da fare.

La sera, tra la disperazione e la noia mi sono addirittura messa a leggere; si, sto parlando di un LIBRO VERO, con la copertina rigida, le pagine e tutto il resto. Ero convinta fosse solo una cosa di alcuni film anni ‘60, non sapevo li producessero ancora.

E’ questo il mio destino ora? Diventare una persona che legge? Come farò a dirlo in giro?

La prima giornata si è conclusa, ma chissà se riuscirò a vedere l’alba del quinto giorno, o diventerò un’eremita che legge dei libri, DEI LIBRI…. non so veramente cosa dire.

Fine giorno 1

Giorno 2: disconnessa e allo sbando

 

Secondo giorno di questo inferno. No,” inferno” è sbagliato. Stare senza social è peggio di essere mangiati da Lucifero per tutta l’eternità! Se esistesse un livello segreto di sofferenze oltre l’inferno, sarebbe questo esperimento.

La mattinata passata a scuola è stata abbastanza scorrevole. Tra lezioni e gossip di classe, ho avuto tutto sotto controllo. Nessuna crisi, nessuna tentazione, stavo bene. Mi stavo quasi illudendo che potesse essere più facile del previsto. 

Poi lui, Simone. 

Ore 13 e 39, un minuto alla campanella, mi guarda e mi chiede: “Hai visto la scaletta di stasera? C’è il festival di Sanremo! Un sacco di ospiti e ci sarà da ridere per tutti i gossip che sono usciti in questi giorni”. 

Silenzio. 

Panico.

Quali gossip? Chi sono gli ospiti??

SANREMO INIZIA STASERA?

Non sapere nulla su Sanremo è come vivere su Marte. Volevo informazioni e dettagli ma ho mantenuto la faccia di chi non si lascia turbare e ho risposto con un “Ah, si? Boh”.

(Oscar per la migliore interpretazione a me, grazie)

Durante il pomeriggio non ho avuto crisi di astinenza, anche perché sono rimasta a scuola a fare il corso Arduino fino alle 16.30 e poi tornando a casa mi ha chiamata mia cugina perché dovevo incontrarla verso le 17.

Quando l’ho vista, le ho subito vietato il telefono. Se io non posso scrollare, non può farlo neanche lei.

L’unica cosa di cui posso vantarmi è che ho guardato per la prima volta Sanremo come si guardava ai tempi.

Senza sapere la scaletta, senza spoiler, senza nemmeno una storia di supporto.

Un mistero totale. Chi arriva dopo? Boh. Qualcuno ha stonato? Boh. Voglio vedere il replay della gente che cade dalle scale e leggere i commenti. Non posso.

 

Esperienza interessante, se non fosse che i miei genitori hanno probabilmente rimpianto di avermi messa al mondo. Perché? Perché non smettevo un secondo di commentare tutto.

Sono stata minacciata diverse volte: ad una certa eravamo arrivati al punto che se avessi continuato sarei stata cacciata dal salotto. 

Ma dopo un’ora e mezza ho ceduto… mi sono addormentata.

Fine giorno 2

Giorno 3: sto diventando una persona colta?

Metà settimana. Oggi non voglio tentazioni. Basta crisi, basta momenti di debolezza. Sono forte, determinata, sono….

…una ragazza che appena sveglia voleva aprire Instagram e Tik Tok per leggere tutti i commenti sulla prima serata di Sanremo… MA NON L’HO FATTO.

Dopo il trauma del risveglio, la giornata è andata sorprendentemente bene.

Niente tentazioni. Nessuna crisi esistenziale. Forse mi sto adattando alla vita senza social? (No, non illudiamoci troppo).

A scuola, atmosfera rilassata. Tutti eravamo troppo stanchi per essere persone socialmente attive. Nessun gossip sconvolgente e le lezioni tranquille. 

Ma poi…

L’unico che mi ha fatto crollare è stato il mio parrucchiere.

Appena mi siedo sulla poltrona, con in una mano le forbici e nell’altra il pettine, mi guarda e dice: “Allora, hai visto Sanremo ieri sera? Hai letto tutti i commenti? Sono esplosi tutti i social!”.

Io piangendo dentro rispondo “Ehm… no, in realtà…”

Lui scioccato: “Ma come?! Come fai a sapere chi ha fatto figuracce?”

Bella domanda, caro parrucchiere. Veramente una bella domanda.

Ho cercato di essere superiore alla situazione e ho risposto con: “Preferisco farmi un’opinione mia, senza farmi influenzare dai social”

(Quando in realtà volevo solo sapere CHI AVESSE FATTO LA FIGURACCIA).

Dopo il parrucchiere sono tornata a casa ed è stato tutto spaventosamente tranquillo.

Ho dormito, poi ho preso un libro e ho continuato a leggere.

IO.LEGGERE.SPONTANEA VOLONTA’.

Tutte parole che non avrei mai pensato di poter mettere nella stessa frase.

Cos’è questa trasformazione? Come sono passata ad usare le dita per scrollare Tik Tok ad usarle per sfogliare un libro?

Si inizia con un libro e si finisce ad essere una vecchietta con una libreria più grande della biblioteca di Alessandria d’Egitto prima dell’incendio e che racconta tutta la storia di ogni libro che un nipote le nomina. (Ogni riferimento verso mia nonna è puramente casuale)

Per seguire la mia trasformazione, restate connessi. (Io no, purtroppo)

Fine giorno 3

Giorno 4: Detox digitale o tortuta medievale? Questo è il dilemma.

Stamattina è stata una mattinata diversa dal solito. Mi sono svegliata con una strana energia, una sensazione di libertà, una brezza leggera che mi sfiora i capelli…no, ok era il riscaldamento rotto. In ogni caso, niente social. Non ho sentito nessun bisogno di TikTok, stavo benissimo senza. (O almeno, questo è quello che mi ripetevo guardandomi allo specchio, mentre le mie mani tremavano leggermente per l’astinenza da scrolling).

Per distrarmi, ho deciso di fare qualcosa di più utile: mi sono fissata allo specchio per venti minuti cercando di convincermi che la mia vita aveva senso anche senza i social, senza i video di gattini che suonano il pianoforte. Poi sono andata a scuola.

A scuola è andata bene come il solito. Nessun trauma, nessun crollo emotivo. Ho scoperto che alcuni miei compagni hanno molte cose in comune con me. Ho discusso con loro perché mi sono accorta che c’era una persona nuova e loro mi continuavano a dire che non era nuovo lo studente e che era arrivato a inizio anno. Ma io so che non è così. Mi volevano fare uno scherzo.

Il pomeriggio è stato un vero colpo di scena. Ho visto il mio fidanzato e siamo usciti all’aperto. No, non in un centro commerciale. No, non in una caffetteria instagrammabile. Ma fuori, tipo… vero-fuori. Con aria e alberi, bambini che giocavano con i nonni. All’inizio è stato strano, mi sentivo nel medioevo. Però poi è stato bello. Mi sono goduta ogni momento, senza perdermi niente a causa dei social:  solo chiacchiere, una panchina e vento nei capelli.

Poi è arrivata la sera. La maledetta sera. Il momento in cui il mio cervello ha iniziato a sussurrare: “Solo cinque minuti su Instagram, dai, giusto per vedere i gossip su Sanremo…”. Ho resistito. Con forza, ma ho resistito. 

Ho capito di avere un problema quando ho scambiato il telecomando con un cellulare. E’ stata la scelta giusta staccarmi dai social vista la dipendenza. (Vai, Carlotta, tu sei forte)

Alla fine mi sono rassegnata. Ho preso un libro. L’ho guardato per qualche secondo. Lui ha guardato me. Abbiamo deciso di ignorarci a vicenda. Sarebbe stata già la terza serata di fila che avrei passato con un libro. Senza social sì, ma troppo acculturata no. Non ero ancora arrivata al livello di quelle persone che annusando le pagine di un libro appena acquistato dicono frasi tipo “Il profumo della carta stampata è impareggiabile”. Io volevo solo vedere un video di un cucciolo che si rotola per terra o uno di quei bambini piccoli che si spaventano. E invece ero lì, a fissare quelle pagine come se mi avessero appena insultato nel peggiore dei modi.

E così sono andata a dormire, sperando che l’indomani sarebbe stato diverso.

Fine giorno 4

Giorno 5: Vintage come la mia vita senza i social

Ultimo giorno di sofferenza. Il mio viaggio spirituale nella disintossicazione digitale volge al termine. Onestamente sto quasi iniziando ad abituarmi. O forse è la rassegnazione.

Giornata tranquilla a scuola, come sempre. Nessun attacco di panico da mancanza di notifiche. Sto diventando forte. Resistente. Quasi… invulnerabile. (O forse sono solo molto annoiata, chi può dirlo).

Dopo scuola, essendo San Valentino, il mio fidanzato mi è venuto a prendere e siamo andati al mercato del vintage. Luogo perfetto per me, che ormai mi sentivo vintage. Tra vestiti anni ‘80 e giacche di pelle vissute, mi sono sentita anche io un pezzo da collezione.

Nel pomeriggio tardi siamo tornati a casa, e la sera ho iniziato a preparare la borsa per partire a Bardonecchia. Sì, perché non contenta della sfida digitale in città, mi lancio nella montagna. Senza social e con la neve. Praticamente un monaco tibetano, ma con il piumino e le Salomon.

Momento serio (giuro, dura poco)

Diminuire l’uso dei social è importante. Fa male passare ore a scrollare video che il giorno dopo neanche ricordi. Staccare un po’ aiuta la mente, migliora la concentrazione e ti costringe a sviluppare nuove attività creative, tipo leggere, scrivere, praticare sport o attività culturali. Lo scrolling infinito ci ruba l’attenzione, e senza attenzione… beh, ci ritroviamo a guardare 37 volte video di gatti senza rendercene conto. Oppure non riusciamo a concentrarci per più di un’ora in classe. Per questo consiglio a tutti di ridurre l’utilizzo dei social, alla peggio vi trasformate in persone molto acculturate che passano la sera a leggere e hanno interazioni con della vera gente. Potrebbe solo andare megl…. E’ SCATTATA LA MEZZANOTTE, IL MIO DETOX DIGITALE E’ FINITO.

Ho riaperto TikTok con la stessa energia del mio gatto che corre in cucina non appena sente aprire l’anta dove ci sono i suoi biscotti.

Ho scrollato come se la mia vita dipendesse da quello. E, nel giro di tre minuti, ero di nuovo intrappolata nel vortice.

Addio mondo reale, ci si rivede al prossimo blackout del WiFi.

Fine giorno 5

Carlotta Rivera III LES

 

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