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Viola Ardone è una scrittrice italiana nata a Napoli nel 1974. Insegna latino e italiano al liceo. Per Einaudi editore ha pubblicato i due best seller “Il treno dei bambini” (2019) e “Oliva Denaro” (2021), tradotti in tutto il mondo. L’ultimo lavoro uscito a fine settembre del 2023 “Grande meraviglia” (2023) è già quinto in classifica come libro più venduto in Italia.

 

Vi presento brevemente la trilogia.

“Il treno dei bambini” narra la storia di un bambino di Napoli durante il secondo dopoguerra quando il divario tra nord e sud era molto ampio. Amerigo, come altre migliaia di bambini, grazie ad un’iniziativa del Partito Comunista viene salvato dalla povertà e affidato ad una famiglia del Nord per la sua educazione. La sua commovente storia vi farà riflettere sulla condizione dei bambini in affido, senza nasconderne alcun lato. 

 

Il libro “Oliva Denaro” racconta invece di una ragazza che negli anni Sessanta subisce violenze psicologiche e fisiche da parte di un ragazzo che la vuole e la rapisce. In quegli anni vigeva la legge del matrimonio riparatore, quindi Oliva avrebbe dovuto sposare il suo stupratore: il suo coraggioso rifiutò ci trasmetterà grande forza d’animo.

Infine il suo ultimo romanzo “Grande meraviglia” narra di una ragazza, Elba, che vive insieme alla madre nel “mezzomondo”, che in realtà è un manicomio. 

La scomparsa della madre lascia sola Elba in mezzo alle pazienti del reparto, gravemente affette da malattie psichiche. L’incontro con un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, svolterà la sua vita.

Abbiamo avuto la grande possibilità di intervistare la scrittrice, per toglierci qualche curiosità in più: 

 

Lei è una scrittrice e un’insegnante. Che cosa l’ha spinta a scrivere e a scegliere l’insegnamento?

Sono figlia di insegnanti ed era quello che ci si aspettava da me. Per questo inizialmente avevo scelto una strada diversa, ho lavorato per diversi anni in una casa editrice napoletana. Nel frattempo però avevo tentato il concorso a cattedre, quasi costretta dai miei, e l’avevo vinto. Sono finita nella graduatoria del concorso e quando, alcuni anni dopo, sono stata immessa in ruolo, ero inizialmente molto scettica, temevo che questo lavoro non mi piacesse. E invece… è diventato la mia vita!

 

Ha una routine di scrittura o segue un approccio più spontaneo?

Mi piace darmi delle regole perché sono pigra e quindi lavoro solo se ho delle scadenze e dei programmi. 

 

I suoi libri affrontano spesso temi complessi. Quanto tempo dedica alla ricerca prima di scrivere?

Molti mesi fatti di studio e letture, che continuano anche durante la fase della scrittura, per non perdere il “sentimento” di quello di cui mi occupo, come se vivessi immersa in quel mondo.

 

Per scrivere i romanzi ha utilizzato fonti dirette o indirette? Chi legge per primo i suoi libri trai suoi amici e i suoi familiari? Di chi si fida per i consigli?

 Utilizzo tutto quello che riesco a trovare come base per capire, ma poi invento le mie storie, altrimenti non le sentirei mie. La mia prima lettrice è mia madre. È anche la più severa! Mi fido poi della mia agente e della mia editor.

 

In questi tempi la salute mentale di noi giovani è diventata oggetto di grande attenzione. Ma fino a non molto tempo fa era usata come scusa per escludere le persone, soprattutto donne, che non rispecchiavano i canoni della società. Lei pensa che qualcosa sia davvero cambiato e che oggi ci sia più attenzione alla salute mentale?

Non ancora tanta quanto sarebbe necessario. La malattia mentale è ancora vissuta come una patologia infamante, un marchio di vergogna, qualcosa da cui girare la faccia, un argomento di cui si bisbiglia, si parla sottovoce. Non genera empatia e solidarietà, come la malattia fisica, ma solitudine e esclusione. Ho scritto Grande Meraviglia anche per questo.

 

Cosa l’ha ispirata a scegliere la storia per il libro “Oliva Denaro”? Crede che le battaglie per i diritti delle donne arriveranno finalmente a un compimento?

Certo, ne sono convinta. Ma credo anche che sarà un percorso molto lungo, in cui dobbiamo sempre fare attenzione che non ci siano passi indietro.

 

Ha qualche consiglio per un giovane che volesse cominciare a cimentarsi nella scrittura.

Scrivere senza paura, con divertimento, con entusiasmo. Se siamo innamorati di quello che scriviamo abbiamo qualche possibilità che se ne innamorino anche gli altri!

 

Carlotta Rivera