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Mangiare è diventato un incubo per molte persone. C’è chi, solo guardando il cibo, prova senso di colpa c’è chi sente lo stomaco chiuso e salta i pasti, c’è chi non aspetta altro che abbuffarsi per poi correre in bagno a vomitare tutto, c’è chi fa diete su diete senza essere mai soddisfatto. Si può affermare che il rapporto col cibo, negli ultimi anni più che mai, è diventato sempre più delicato. La questione parte dalle diete ma rischia di arrivare ai disturbi alimentari.

La cultura delle diete e l’ossessione per il corpo perfetto

Ormai non c’è più una cultura sana del cibo, a scapito di un’ossessione per le diete. L’antropologo Marino Niola scrive di queste ultime come vere e proprie “religioni alimentari”. Rinunce spontanee, penitenze laiche, sacrifici: tutti frutto di una società ossessionata dall’aspetto fisico. Niola ha ragione: si stanno dimenticando dimensioni della tavola importantissime legate al piacere, allo scambio, alla convivialità e alla condivisione. Mangiare sta diventando angosciante ed è grave.

Il corpo e la diversità

Le persone tendono anche a dimenticare che ogni corpo è diverso. Eppure questo concetto apparentemente basilare non è facile da accettare, soprattutto se sui social siamo costantemente bombardati da canoni di bellezza falsi e tossici. L’alimentazione è una questione molto delicata, basta leggere quanti sono i casi di DCA (disturbi alimentari), dai più lievi ai più gravi. Sono troppe le vite in pericolo per colpa di una società che dà troppo peso all’aspetto fisico. “Devo dimagrire, devo mettere più muscoli, vorrei avere le forme pronunciate pur restando magra.” Per carità, nessuno sta insinuando che non si possa perfezionare il proprio fisico o che sia a priori una cosa sbagliata. Eppure in tanti lo fanno più per gli altri che per loro stessi.

L’industria delle diete: un circolo vizioso

I dietologi, i nutrizionisti e le industrie alimentari si arricchiscono, assecondando ogni nostro capriccio. Bevanda drenante, pane pasta e integrali, snack dietetici, soldi, soldi, soldi. La verità scomoda è proprio questa: le diete fanno arricchire. E a nessuno importa se le persone buttano i loro soldi o addirittura si ammalano.

Le diete restrittive e i danni psicologici

Il tema delle diete super restrittive è molto discusso nel campo della nutrizione e della salute. Molto spesso le persone si affidano a medici specializzati per raggiungere i loro obiettivi di perdita di peso, tuttavia spesso ci si imbatte in piani alimentari molto severi che promettono di perdere chili in un tempo breve, ma portano anche diverse complicazioni. Questo tipo di diete sono insalubri sia a livello fisico che mentale. Una dieta che limita l’assunzione di calorie, carboidrati, grassi o proteine può portare a problemi come stanchezza, indebolimento, mal di testa, carenze vitaminiche e danni al metabolismo. Inoltre, può portare a danni psicologici come senso di colpa, ansia riguardo al cibo e possibili disturbi alimentari.

L’importanza di un’alimentazione sana e responsabile

Proprio per questo le persone dovrebbero essere responsabilizzate riguardo un’alimentazione varia e soprattutto sana a livello psicofisico. Ed ecco perché la dieta deve essere mentale prima che fisica. Ai dietologi e ai nutrizionisti fa comodo vendere diete super restrittive, così le persone perdono chili e al primo sgarro o alla prima pausa dal piano alimentare li riprendono tutti, per poi ricominciare da capo come un circolo vizioso.

La dieta sana e l’equilibrio psicologico

Quella delle diete è diventata una mania: salto cena, niente carboidrati, a colazione solo un caffè. Quindi bisognerebbe cercare di vivere la perdita di peso in maniera sana e con equilibrio, promuovendo l’attività fisica, una cultura del cibo come fattore di condivisione, una dieta personalizzata in base alle proprie esigenze, supporto e motivazione da parte dello specialista e evitando le diete “moda” diffuse sui social.

I numeri dei disturbi alimentari

Vent’anni fa le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione in Italia erano circa 300 mila, oggi sono più di tre milioni. Secondo i dati del Ministero della Salute, tra il 2019 e il 2022, i nuovi casi sono più che raddoppiati passando da 680 mila a 1 milione e 450 mila. Negli anni i numeri registrati erano rispettivamente:

  • 2019 → 680.569
  • 2020 → 879.560
  • 2021 → 1.230.468
  • 2022 → 1.450.567

Questo porta a capire quanto la questione vada affrontata seriamente. Il rischio di incorrere in dietologi che adottano un approccio sbagliato o problemi con il proprio fisico o DCA è molto concreto e non va sottovalutato. Si può trovare supporto in un aiuto psicologico, in apposite cliniche, o nei casi più gravi facendosi ricoverare in ospedale.

La testimonianza personale e il messaggio finale

Ho avuto modo di conoscere persone consumate dalle diete. Persone che stavano scomparendo lentamente eppure non erano ancora soddisfatte della loro forma fisica. Persone che perdevano la fame o che vomitavano di nascosto. Perché perdere peso diventa un’ossessione, vedere numeri sempre più piccoli sulla bilancia diventa un’ossessione. Ma tornare indietro poi è difficile. Non si è mai fatto abbastanza, i chili sono sempre troppi, il riflesso allo specchio non è mai perfetto. E alla fine non siamo noi a fare la dieta, ma la dieta a fare noi. E avendo visto dal vivo gli effetti dei disturbi alimentari, dico che è doveroso prima stare bene con se stessi e poi migliorarsi o perfezionarsi, con motivazione ma anche con coscienza.

Alessandra Ronga, IV LES

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