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La musica è sempre stata un mezzo di espressione delle emozioni delle persone, specialmente in tempi difficili. Di solito rispecchia le tendenze attuali della società e, con il rapido sviluppo dei social media, compaiono rapidamente nuovi generi musicali.

Negli ultimi 15-20 anni si è sviluppata la musica trap, popolare negli Stati Uniti, ma ormai diffusa ovunque, specialmente tra i giovani delle città. La sua peculiarità è il suono elettronico e il contenuto dei testi: violenza, droghe e successo. I giovani che ascoltano questo tipo di musica spesso si sentono rappresentati da questi temi, perché rispecchiano le difficoltà e le frustrazioni che vivono ogni giorno.

Negli Stati Uniti, da decenni si studiano gli effetti della musica trap sulla cultura e sul comportamento degli adolescenti. Una ricerca del 2003 ha mostrato che gli adolescenti afroamericani che ascoltano musica trap hanno maggiore probabilità di compiere atti violenti, usare droghe o avere rapporti sessuali a rischio. Pertanto, c’è chi critica la trap, sostenendo che i suoi messaggi siano pericolosi e che possano influenzare negativamente i giovani.

Ma cosa rende la trap così interessante per i ragazzi? E quali sono gli effetti che può avere su di loro?

Uno dei temi più presenti nella trap è la ribellione. Molti artisti che fanno trap provengono da quartieri poveri e malfamati, dove la vita è difficile e piena di problemi. La trap racconta proprio questo: la voglia di uscire da una realtà che sembra senza speranza, ma anche il desiderio di lottare per un futuro migliore. I testi delle canzoni spesso parlano di chi cresce in una situazione di difficoltà e lotta ogni giorno per sopravvivere, ma anche di chi cerca un modo per emergere e fare carriera.

La trap diventa così una forma di protesta contro un sistema che sembra dimenticarsi dei giovani, specialmente di quelli che vivono in quartieri difficili. La musica diventa un modo per affermare la propria esistenza e per cercare di farsi notare. Gli artisti trap raccontano di come siano riusciti a sfuggire alla povertà e alla criminalità, affrontando le difficoltà della vita.

Per molti giovani che ascoltano trap, queste storie possono essere fonte di speranza e ispirazione: anche se la vita è difficile, sembra che ci sia una possibilità di riscatto. Tuttavia, questa modalità di ribellione non sempre porta a risultati positivi, anzi può portare a disillusione e frustrazione e alimentare l’idea che solo con la violenza e la criminalità si possa raggiungere il successo.

Molte canzoni raccontano storie di rapine, conflitti e situazioni violente, come se fossero ordinarie. Inoltre, gli artisti trap frequentemente fanno intendere che la violenza possa essere una forma di difesa: una delle poche strade per guadagnare rispetto e conquistarsi la propria strada.

Per i ragazzi che sono costretti a crescere in luoghi difficili, ascoltare tali testi può generare la convinzione che la violenza sia un comportamento normale: un mezzo a disposizione di tutti per affrontare le difficoltà e risolvere i problemi. In realtà, la violenza può solo portare a conseguenze negative e talvolta i giovani che ascoltano la trap possono essere indotti ad assumere comportamenti violenti nell’illusione che la violenza sia una via per ottenere potere.

Un altro aspetto della trap che attrae i giovani è l’incoraggiamento all’uso di droghe. Un’indagine del 2008 ha rivelato che, dopo il successo del rap dagli anni ‘80 in poi, i riferimenti alla droga nei testi sono aumentati significativamente. Nelle canzoni trap si parla spesso di marijuana, cocaina e altre sostanze, come fossero una parte normale della vita.

Gli artisti trap descrivono l’uso di droga come una forma di svago, una soluzione ai problemi o un modo per sentirsi liberi e felici. I ragazzi che ascoltano questa musica sono portati a pensare che fare uso di droghe sia un comportamento normale e diffuso, quando invece è pericoloso e può portare a gravi problemi di salute e di dipendenza. La trap rischia di far sembrare la droga una parte “bella” della vita, minimizzando i rischi legati al suo uso.

Molti giovani che ascoltano questi messaggi possono esserne influenzati e pensare che, per sentirsi parte di un gruppo, debbano fare uso di droghe.

Altro tema comune per la trap è l’esibizione della ricchezza. Gli artisti trap parlano spesso delle loro auto costose, indossano vestiti di marca, frequentano ambienti eleganti e vivono una vita confortevole. Questo tipo di vita viene presentato come la realizzazione di un sogno, come se la ricchezza fosse l’unico modo per essere felici e rispettati.

Questo può generare il desiderio di possedere tutto quello che si vede nei video musicali: auto, gioielli, vestiti. La trap promuove l’idea che per essere qualcuno bisogna essere ricchi, ma è una visione superficiale. La ricchezza non è l’unico valore che conta nella vita.

Molti giovani che non riescono a raggiungere questi standard di lusso rischiano di sentirsi frustrati e insoddisfatti. In alcuni casi, l’idea che il denaro sia la chiave della felicità può spingere i ragazzi a cercare scorciatoie per guadagnare velocemente tramite attività criminali.

Così, la trap può contribuire a alimentare nei giovani un’idea distorta di cosa significhi davvero avere successo.

La trap, quindi, ha il potere di influenzare profondamente i giovani che la ascoltano, sia in modo positivo che negativo. Da un lato, può essere un modo per esprimere emozioni, per raccontare storie di vita difficili e per dare voce a chi spesso non viene ascoltato. Dall’altro, però, può anche promuovere comportamenti rischiosi, come l’uso di droghe, la violenza e la ricerca della ricchezza materiale a tutti i costi.

In conclusione, la trap è un genere che parla ai ragazzi, ma porta con sé dei rischi. È importante che i ragazzi imparino a distinguere tra la realtà della musica e quella della vita e che comprendano che esistono modi più sani e positivi per affrontare le difficoltà e realizzare i propri sogni.

La musica, come la trap, deve essere ascoltata con consapevolezza, cercando di capire il messaggio che trasmette, ma sapendo anche valutare i rischi che tale messaggio comporta.

Margherita Bertolusso, III Scientifico

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