L’esame di maturità si sta avvicinando e con esso si manifesta intensamente l’agitazione dei ragazzi del quinto anno. Che paura.
Sorge allora spontanea una domanda: ma l’esame di maturità è davvero necessario? si potrebbe cambiare? la risposta è sì.
Un po’ di archeologia.
Il primo esame di maturità risale al 1923 con Giovanni Gentile, allora Ministro dell’Istruzione, e prevedeva quattro prove scritte e una prova orale sul programma degli ultimi tre anni; nota dolentissima: i commissari, spesso docenti universitari, erano sei e tutti esterni.
L’esame di maturità negli anni successivi cambiò diverse volte (a volte in meglio altre in peggio): lo scopo sempre il medesimo: valutare al meglio la preparazione degli studenti.
Oggi l’esame comprende due prove scritte e una orale, che deve includere anche una discussione su un tema di Educazione Civica e il PCTO.
Sono molti a ritenere che lo svolgimento di un esame conclusivo di un ciclo, che valuti la maturità del candidato, sia una pratica sostanzialmente corretta; tuttavia, il modo in cui essa viene svolta è oggetto di rilevanti discussioni.
Ad esempio da quando è scoppiata la pandemia ci sono stati molti cambiamenti che hanno reso difficile una preparazione adeguata sia da parte degli studenti e sia da parte dei docenti, anche a causa della didattica a distanza che ha reso più difficile l’apprendimento degli studenti.
Un altro punto molto discusso è il fatto che la media scolastica degli ultimi tre anni pesi solo per il 60% del totale.
Giusto per gravare ancora un po’ i già vessati maturandi, durante il quinto anno, oltre alla preparazione dell’esame di Stato, gli studenti devono anche occuparsi prima della scelta e successivamente dell’ammissione universitaria, che andrà a definire il percorso lavorativo futuro.
La maggior parte delle volte, però, accade che gli argomenti trattati nell’ultimo anno non siano troppo utili al fine dell’entrata nell’ambiente universitario, ma soltanto per l’esame finale. Per questo motivo, molti maturandi condividono l’idea che la Maturità debba essere incentrata sul percorso futuro di ogni liceale.
Inoltre, il voto di uscita dalla Maturità non è nemmeno correlato all’ammissione universitaria: per accedere alla maggior parte delle facoltà e corsi di studio, infatti, bisogna sostenere uno specifico test d’ingresso, che non tiene affatto conto della valutazione finale del percorso scolastico precedente.
In poche parole, la maturità dovrebbe essere cancellata, o quantomeno rivisitata: sono molte le criticità legate all’esame di Stato, che spesso non fanno altro che portare ad un innalzamento dello stress generale e a un peggioramento del rendimento scolastico. Cosa ci lascia d’altronde? Un grosso stress e un ricordo destinato a diventare aneddoto.
Ana Maria Rusu