Vi siete mai chiesti chi ci sia dietro a una mostra? E non intendo fisicamente dietro, bensì tutte quelle persone che si occupano di progettare, scegliere le opere e mettere assieme il tutto per il pubblico.
La GAM di Torino ospiterà ancora per un mese circa la mostra sul pittore romantico italiano Francesco Hayez; ad aver curato questa mostra sono stati Fernando Mazzocca (FM) ed Elena Lissoni (EL) e noi, SAFA blog (Sb), abbiamo avuto il piacere di parlare con entrambi.
Sb: Perché ha deciso di studiare arte?
FM: Sin da piccolo ero molto appassionato di questa materia e già studiando arte al liceo ero orientato verso il periodo neoclassico e romantico.
Sb: Dopo aver conseguito la laurea presso l’Università di Pisa, come è entrato nel mondo del lavoro?
FM: Subito dopo la laurea ho vinto il concorso per diventare ricercatore e dopo anni in questo campo, verso l’inizio degli anni ‘80, ho iniziato a curare mostre.
Sb: C’è un motivo in particolare che l’ha spinta a studiare Hayez?
FM: A quel tempo era un pittore del tutto sconosciuto e anche il periodo di cui ha fatto parte si conosceva poco.
Sb: Ai giovani che vorrebbero intraprendere una carriera in questo settore, quale consiglio darebbe?
FM: Sicuramente direi di studiare e formarsi il più possibile per avere basi solide, dopodiché direi di provare a cimentarsi in piccoli incarichi come ad esempio partecipare alla stesura dei cataloghi. Chiedere non costa nulla.
Sb: Come è entrata a far parte del mondo dell’arte?
EL: Dopo aver conseguito la laurea in lettere con orientamento in storia dell’arte ho proseguito i miei studi con un dottorato di ricerca sullo scultore Pogliaghi.
Sb: Come è entrata in contatto con Hayez e le sue opere?
EL: Io ho avuto il privilegio di essermi laureata con il dottor Mazzocca, il quale ha riscoperto l’artista romantico, e dopo aver visto la mostra nel 2015 ho eseguito dei lavori sulla tecnica pittorica e sui pigmenti utilizzati e mi sono affezionata all’artista.
Sb: C’è un quadro del pittore veneziano a cui è particolarmente affezionata?
EL: Sì, è “Pietro l’eremita”. Questo quadro gigantesco raffigura sia Pietro l’eremita sia Hayez stesso, pronto a partire per l’imminente crociata!
Dopo aver visto in prima persona la mostra e dopo aver parlato con queste due importanti figure del mondo dell’arte mi sono chiesta: come mai siamo in così tanti affezionati ad Hayez? E perché il pittore veneziano è così importante per la storia del nostro paese?
Ebbene, secondo me non è solo dovuto dal fatto che sia un nostro connazionale, ma anche perché è stato il pittore testimone del Risorgimento italiano.
Infatti, il pittore veneziano vide l’Italia diventare finalmente unita e l’affermazione degli ideali nazionali; questa sua testimonianza la troviamo nella sua opera più famosa e apprezzata, ovvero “Il Bacio” (terza edizione del dipinto).
Sfruttando i colori nel dipinto, Hayez inserì nella sua opera più famosa il tricolore italiano (visibile tra il braccio sinistro e la gamba destra del soggetto)
Il tema dello sfruttare simboli e colori nei quadri per far passare un certo messaggio è molto comune nelle opere del pittore romantico, perché egli vive in un periodo caratterizzato dalla censura.
Concludendo, forse gli artisti non hanno una vera missione civile: non sono tenuti ad averla, a loro è richiesto di ispirare e meravigliarci. Ma, qualora una missione ci fosse, o il tempo storico lo richiedesse, gli uomini di cultura – come letterati, artisti, scultori e musicisti – sono chiamati a risvegliare e informare il popolo nei momenti di difficoltà, perché l’arma del sapere può avere la meglio su ogni avversità, compreso la tanta odiata censura. Hayez l’ha fatto, dipingendo stupendi quadri, e per questo lo ringraziamo.
Matilde Lanteri Sterza
studentessa della 5 LES, scrive per il blog da quattro anni e ne dirige l’organizzazione. Nel tempo libero le piace scattare fotografie e ama viaggiare. L’anno prossimo spera di frequentare l’Università degli studi di Bologna.
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