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Se è vero ( lo è) che viaggiare è un’esperienza indimenticabile e sempre formativa, provare a vivere in un altro paese per un periodo sufficientemente lungo è una vera e propria esperienza di vita. Ve lo dimostrerò.

 Fortunatamente, negli ultimi anni è diventato sempre più popolare trascorrere il quarto anno del liceo l’anno all’estero: ma cosa rappresenta davvero questa esperienza? Ve lo spiego, brevemente, in 3 tappe.

1) L’Arrivo

Il primo periodo, quello del distacco, sarà un vero e proprio momento di passaggio, in cui bisognerà affrontare ostacoli e affrontare combattere contro la nostalgia mancanza di casa, ma, una volta superata la fase iniziale, sarà bellissimo.

Ho avuto la fortuna di trascorrere un anno negli Stati Uniti e devo dire che la scuola americana è molto diversa dalla nostra e incoraggia molto di più i propri studenti a perseguire i propri hobby e coltivare le proprie passioni; infatti le materie vengono scelte di anno in anno dallo studente assieme al proprio consulente scolastico.

Anche al di fuori delle lezioni, la scuola incentiva sponsorizza molto le attività extracurricolari, dallo sport ai molti club offerti; io – persona per nulla sportiva – mi sono ritrovata a praticare attività sportive tutte le stagioni, poiché questo perché era un modo in più per passare del tempo con i miei amici e divertirmi dopo un’intera giornata scolastica!

Inoltre, partecipare ai club mi ha permesso di conoscere gli amici che mi hanno accompagnata durante tutta la mia esperienza e a cui – ancora adesso – sono molto affezionata.

2) l’Adattamento 

Durante il mio anno in Pennsylvania ho conosciuto persone speciali con cui ho condiviso momenti indimenticabili: è stato davvero emozionante. 

Ma non sono state unicamente emotive le gratificazioni. Ad esempio ho avuto l’opportunità di viaggiare e scoprire luoghi diversi degli Stati Uniti; non ho solamente imparato bene l’inglese, ma anche molto altro: ho tanto incontrato i grandi classici della letteratura americana, quanto cominciato a strimpellare la chitarra…ho giocato a flag football [l’editor di questo articolo agevola la comprensione di che diavolo sia il flag football] Spoiler: una sorta di football americano, senza placcaggi, ma con graziosi fazzoletti da rubare alla cintura del portatore di palla

3) la crescita personale

Durante l’anno – inoltre – ho riscoperto emozioni nascoste: ci sono stati giorni in cui ero estremamente felice ed euforica e altri in cui ero completamente a terra e avrei voluto solo un abbraccio da parte dei miei genitori italiani, ma anche questo fa parte dell’esperienza! Senza quei giorni non avrei avuto l’occasione di crescere e diventare chi sono ora.

Non temete!

Why not? let’s do it

Molte volte da quando sono tornata in Italia mi hanno chiesto: cosa diresti a un ragazzo o ragazza che volesse fare questa esperienza?

L’unica risposta che mi viene in mente è: FALLO! Firma quei documenti e sali su quell’aereo che ti porterà dall’altra parte del mondo!

Parola di una persona che l’ha fatto: ne vale la pena!

Matilde Lanteri Sterza