Come ben si sa il 16 novembre 2024 Mike Tyson è tornato sul ring per affrontare il “pugile” e controverso youtuber Jake Paul, in un incontro organizzato da Netflix in Texas: lo spettacolo è stato patetico. Tyson è tornato sul ring a vent’anni di distanza, dopo il ritiro del 2005, anno in cui aveva prima gettato la spugna contro l’irlandese Kevin Mcbride e successivamente terminato con un pareggio l’incontro-esibizione con il grande Roy Jones Jr.
Questo match, non è stato solo un confronto tra una leggenda della nobile arte e una star dei social, ma soprattutto un perfetto esempio di come lo sport si stia trasformando sempre di più in uno spettacolo di intrattenimento di massa.
Mike Tyson è “rinato” per tentare l’impossibile, anche se sul ring di Las vegas è apparso solo l’ombra del temibile boxeur che trent’anni prima avrebbe divorato chiunque avesse incontrato.Infatti round dopo round è apparso evidente come il tempo abbia sfregiato il vecchio guerriero, che si è ridicolizzato in un circo mediatico palesemente finto e umiliante.
Jake Paul, invece, ha vinto l’incontro ai punti con un verdetto di 74-72, ma questo boxer influencer è stato criticato, poiché ha incarnato il cambiamento della boxe: lo spettacolo, i social e l’esagerazione superano di molto lo spirito sportivo. La Boxe infatti è ed è sempre stato uno sport violento in cui round dopo round entrambi gli atleti si prendono a pugni in un combattimento leale e sportivo: selvaggio, ma con regole. L’intrattenimento e i media hanno però dedicato più cura all’interesse della massa, alla viralità dell’evento, rispetto che alla purezza sportiva.
Eppure non è una questione nuova.
Questa tendenza allo spettacolo nello sport ha origini che risalgono all’Antica Roma, dove gli scontri dei gladiatori rappresentavano la forma di intrattenimento per eccellenza.
Nel Colosseo migliaia di persone si riunivano per assistere a combattimenti cruenti, in cui gli schiavi lottavano per la sopravvivenza. Questi incontri non erano solo battaglie ma veri spettacoli con scenografie e ambientazioni drammatiche. Lo spettacolo ancora oggi tende a prevalere sul puro sport. E queste sanguinose attrazioni venivano utilizzate come mezzi di propaganda per attirare la massa e distrarre dai problemi politici per consolidare il potere dell’imperatore.
Tornando a noi, eventi come Tyson vs Paul adoperano uno schema simile, dato che attirano la massa con storie e personaggi coinvolgenti che creano uno spettacolo globale. Lo script è bello chiaro: un combattimento pieno di suspense tra una vecchia gloria che combatte contro un pugile emergente e famoso su tutti i social per tentare l’impossibile. Più che l’agonismo è importante la trama. Insomma più Wrestling che boxe. Questo è sport quindi? o è più puro spettacolo, come durante i combattimenti gladiatorii.
In conclusione, come i guerrieri dell’arena romana, i pugili di adesso sono protagonisti di un teatro sportivo in cui lo spettacolo conta più del confronto sportivo e il ritorno di Tyson altro non è che il simbolo di questa trasformazione, in cui nella modernità la spettacolarizzazione è protagonista in questi eventi come in quelle violente arene.
Daniele Padovan, IV LES